Diary





  • 12/03/2517 - Approdato a Cap City, incontra Jules Bernard e la ribattezza Sunshine.
  • 13/03/2517 - Jules Bernard gli dimostra il proprio disappunto riguardo al soprannome rompendogli il naso, poi gli offre un lavoro.
  • 21/03/2517 - Ormai a pieno titolo nel gruppo e a conoscenza di ogni attività, accompagna Jules Bernard e Winnifred Moore a Safeport in cerca di notizie utili sulla rivolta della Baraccata. Durante la permanenza, dopo aver dichiarato a Jules Bernard il suo interesse per lei e la propria convinzione riguardo alla reciprocità della cosa, lei gli esprime il suo dissenso rompendogli il naso, di nuovo.


DESCRIZIONE FISICA



"I watch the work of my kin bold and boyful
Toying somewhere between love and abuse
Calling to join them the wretched and joyful
Shaking the wings of their terrible youths"

  

La prima cosa che colpisce di lui -subito dopo il naso- è il sorriso da canaglia. Ha una bocca irregolare, determinata dal labbro inferiore più carnoso e sporgente di quello superiore. Così spesso atteggiata al sorriso da aver scavato, negli anni, i solchi profondi delle due fossette che gli caratterizzano le guance, spesso e volentieri velate dalla barba castana. 
La chioma ribelle sembra parafrasi del suo carattere; insubordinata a qualunque tipo di piega, tanto da costringerlo spesso e volentieri a gettarne indietro il ciuffo con le dita o con la testa.
Ha occhi di un verde intenso quanto quello della giungla, reso torbido e quasi paludoso dalle pagliuzze grigie che ne tempestano l'iride, complici dei sorrisi -di ogni tipologia- che tendono a scaldargli l'espressione in qualunque situazione.
Del suo naso, storto, largo e decisamente importante, va molto fiero.
E' alto poco più della media, di media corporatura, vanta un fisico robusto e discretamente allenato non per volontà ed esercizio quanto per contingenza: nella cupola non c'è spazio per le auto, nella giungla non si gira a cavallo.
 
Ha un serpente tribale tatuato sul pettorale sinistro.
Le mani, i polsi, gli avambracci sono segnati da cicatrici antiche e recenti: le più peculiari mostrano piccoli fori appaiati e sono riconducibili ai morsi di serpente.
Alcune cicatrici di varia lunghezza segnano il petto all'altezza del cuore: sbiadite dal tempo, riconducibili all'infanzia.





DESCRIZIONE CARATTERIALE
"I went to the woods because I wished to live deliberately, to front only the essential facts of life, and see if I could not learn what it had to teach, and not, when I came to die, discover that I had not lived."




Morde la vita quanto si fa mordere dai serpenti: con lo stesso feroce entusiasmo.
Non si nega niente, perché -a suo dire- ogni esperienza merita di essere vissuta. Egualmente tende a non risparmiare  nulla (nel bene e nel male) a chi gli sta accanto, benché sia incline a considerare le persone più vicine un territorio sacro ed inviolabile che debba essere protetto a qualsiasi costo (dalle intemperanze altrui).
Al nocciolo più intimo della sua anima non dà accesso facilmente.
La Cupola gli ha iniettato nelle vene lo spirito indipendente, l'ostinazione, la pazienza ed una profonda capacità di sopportazione, spesso in contrasto con la mutevole selvaticità carnale ed istintiva ricamatagli sulla pelle dalla vita nella Giungla.
E' una canaglia arguta, votata allo scherzo ed al sorriso anche nei momenti più duri. Ironia, sagacia, sarcasmo ed un senso dell'umorismo particolare sono i suoi compagni di viaggio preferiti.
Nei rapporti personali è capace di passioni sfrenate, intense, divoratrici. Quando però non trova adeguata corrispondenza tra stimoli carnali ed intelletto si stufa presto e la passione sfuma rapidamente, quanto un fuoco consumato dall'assenza di ossigeno.
Adora il gioco della seduzione: è per lui fonte di sommo divertimento e lo affronta con entusiasmo in entrambi i ruoli.
E' un accanito lettore: benché preferisca di norma testi di interesse scientifico, nella sua biblioteca personale (che tiene ben nascosta) si trova un po' di tutto.
E' un ribelle per spirito ed istinto; per necessità più che per ragionamento.
Non si è mai interessato della guerra, che su Goldera non è comunque stata sofferta, e continua ad essere ancora meno interessato alla politica del 'Verse.
 
Egoista ed opportunista a seconda delle circostanze, nella misura in cui è il suo istinto di sopravvivenza a dettarne le esigenze.
 



 

CAPACITA'

Know your own bone; gnaw at it, bury it, unearth it, and gnaw it still.



Nato da madre tossica e spesso inferma, cresciuto tra medici interessati al suo sangue e orde di ragazzini desiderosi di piegargli un carattere troppo ribelle, ha imparato presto l'utilità delle nozioni di primo soccorso, che le avventure nella giungla hanno trasformato in necessità. Gli anni di studio universitario gli hanno consentito di dare qualche esame di medicina di base. [First Aid]
 
Di animali nella giungla ce ne sono pochi, ma di quei pochi ha voluto imparare il più possibile e con particolare attenzione alle specie velenose e tossiche e pericolose per l'uomo, allargando poi il pool delle sue conoscenze a molti volumi di approfondimento sulle più comuni specie da allevamento. [Conoscenze veterinarie]
 
La sua vera passione è sempre stata la chimica. Ha iniziato con un semplice mortaio per poi passare, con gli studi universitari e la laurea, a laboratori più attrezzati. Ampolle, alambicchi, separatori non hanno più segreti per lui. Crea per fantasia ed istinto, e solo nel processo di creazione riesce adosare le sue capacità di ordine e precisione. [Drugs Master]
 
Naturalmente dotato di una tempra fisica particolare e di un altissimo tasso di tolleranza a qualsiasi tipo di droga. Sperimenta su se stesso ogni sua nuova creazione, per testarne l'effettivo impatto e mettere alla prova i propri limiti. [Drug Resistance]
 
 
Keelan sa:
 
- Parlare e scrivere in Inglese, Cinese Mandarino e lo Spagnolo misto di Goldera.
- Nuotare
- Suonare la chitarra e il tamburo con risultati discreti
- Cucinare piatti commestibili (anche per gli altri)
- Sparare senza prendersi un piede per sbaglio
- Usare un machete senza tagliarsi le dita
- Guidare un hovercraft
- Giocare a Pyramid
- Usare con la stessa disinvoltura mano destra e sinistra (ambidestro)
 
 
Keelan NON sa:
 
- Andare a cavallo (ne ha visti davvero pochi nella vita)
- Guidare qualsiasi mezzo a motore che non sia un hovercraft
- Giocare a scacchi
- Rinunciare agli scherzi
- Obbedire [Insubordinazione]
- Restare serio troppo a lungo
-
 










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Chapter 1 - The Dome

C'è chi crede - Baba Snake me lo avrà raccontato almeno un centinaio di volte -  che sia il nostro spirito a scegliere. Scegliere come, quando, in quale parte dell'universo incarnarsi in forma fisica e quali tipi di lezioni imparare per evolvere ad un livello di consapevolezza più alto dell'essere umano.
Il mio spirito ha un gran senso dell'umorismo.



Nascere sotto la Cupola di Port Charlotte ti instilla nelle vene l'ostinazione e la pazienza, entrambe necessarie ad assicurarti la piena sopravvivenza. Vieni al mondo tra leghe e metalli, nel grembo di un cratere protetto dall'esterno da una cupola che filtra ogni cosa, compresi i raggi del sole. Io nacqui 36 anni fa, dal grembo di una prostituta sempre troppo fatta per ricordarsi i principi basilari della contraccezione. Venni al mondo tra le braccia dell'astinenza: iniziai a combattere tra la vita e la morte già con i primi vagiti e, sin dal primo momento, scelsi opportunamente la prima. Il mio spirito deve aver coscientemente scelto la carnalità feroce di un altrettanto radicale attaccamento alla vita, perché si tratta di una lotta destinata a ripetersi più volte nel corso della mia crescita. Dicono sia questo ad avermi messo nel sangue l'indipendenza e una insindacabile tendenza all'insubordinazione, benché nessuno abbia ancora capito da chi io abbia ereditato una tempra fisica così fuori dal comune. Alcuni sostengono sia colpa del cognome che mi fu dato alla nascita, per sancire di fatto la mia appartenenza alla Cupola: Dome. Come tutti i figli orfani e bastardi presto tardi affidati al sistema sociale di Port Charlotte: tutti miei fratelli.
Avevo cinque anni quando uno sciame di zanzare Blue Ditterium riuscì ad infilarsi nella cupola attraverso alcune crepe del sistema di filtraggio dell'aria. Nessuno ovviamente si accorse del problema fino a quando io non venni punto quasi a morte, nel cortile esterno del bordello di Miss Pam. Un pungiglione mi ferì così a fondo da sfiorare il cuore, ma i medici riuscirono a ricucirmi e curarmi nel modo migliore. Fui molto ostinato nel rimettermi in piedima non abbastanza fortunato da schivare il colpo successivo. La febbre arrivò presto. Temevano un'infezione ma il verdetto fu peggiore: Malaria Rossa. Le ragazze di Miss Pam erano già tutte pronte a piangermi - compresa mia madre, nei suoi rari momenti di lucidità. I medici non furono molto più ottimisti: ero troppo piccolo, troppo fragile, troppo provato dagli interventi. Non avevano fatto i conti con la tenacia del mio sistema immunitario e con la mia voglia di vivere, trascendendo ogni ostacolo. Riuscii a sopravvivere. Non solo   sbaragliando ogni più nera previsione, ma  riuscendo addirittura a sviluppare anticorpi specifici nei confronti di una malattia che ne lascia tutt'ora ben pochi in vita.  A quel punto il mio  sangue ed il mio sistema immunitario diventarono oggetto di studio e passai così tanto tempo insieme a chimici e medici di ogni risma, che diventò assolutamente naturale indirizzare la mia curiosità verso quel tipo di conoscenza.
I primi anni di vita li  ho spesi cresciuto tra la struttura in cui vengono accolti e curati tutti i Figli della Cupola - il Dome's Child Sanctuary-  ed il bordello di Miss Pam; coccolato da una famiglia di prostitute amorevoli e assolutamente prive di ogni decenza, benché ricche di uno spirito materno assolutamente insufficiente ad assicurarmi un ambiente sano e pregno di canoni morali di alcun tipo. Non che la moralità possa servire a qualcosa, in un bordello.  Ad un certo punto della mia crescita, Miss Pam deve avere realizzato che tenermi tra le mura della sua Casa sarebbe stato controproducente per tutti: venni definitavemente affidato al Sanctuary e ai servizi sociali, con un buffetto sulla guancia e l'assicurazione che avrei potuto vedere mia madre in qualunque momento avessi voluto. Una promessa mai mantenuta: lei morì per un'overdose solo due settimane dopo, e io diventai a tutti gli effetti un Dome Child.


Chapter 2 - The Kid Science

"When, my, time comes around
Lay me gently in the cold dark earth
No grave can hold my body down"
 



Crescendo, dimostrai una mente tanto scientificamente forte quanto il mio corpo era in grado di reggere ad ogni tipo di veleno o droga in circolazione.   Furono alcuni dei miei Fratelli a spingermi la prima volta tra le braccia della Bloom. Aspettavano di vedermi in preda ai suoi effetti e rimasero delusi. Mi ci volle in effetti il doppio del tempo perché potessi avvertire qualche effetto sul mio fisico; allo stesso modo, scoprimo che sembrava necessaria una dose ben più alta del normale perché io potessi dire di sperimentare non già gli stessi effetti subiti dai miei compagni ma qualcosa di vagamente similare, molto alleggerito.
Alcuni dei miei compagni di allora, i miei Fratelli della Cupola, erano già schiavi dei primi sintomi di una dipendenza cronica. per questa ragione, forse, venni in parte canzonato ed in parte molto invidiato. Io, volevo solo capire. Iniziai a fare domande, a cercare alcuni dei dottori che mi avevano curato anni prima, a frequentare persino il Botanical Institute per scoprire qualcosa di più sul tipo di Bloom che mi avevano dato.
Fu così che incontrai Kid Hayes. Era uno scienziato affiliato al GBI; un biologo vegetale con specializzazione in microbiologia applicata ed esperto agronomo, con funzioni di guida esterna e raccoglitore. Mi prese in simpatia e sotto la sua ala, mentre io cercavo -di nascosto- ogni modo possibile per infilarmi sotto la gonna di sua figlia, Alice.
Iniziò a portarmi con sé nella giungla. Cercò di insegnarmi tutto quello che sapeva sui sentieri, tracciati e non tracciati; sul modo migliore in cui orientarsi, sui pericoli che si possono trovare non solo nascosti tra le piante ma nella vegetazione stessa. Non che io non fossi mai uscito dalla cupola prima di allora, ma certamente con lui mi addentrai nel vivo della giungla e scoprii un mondo fino ad allora in larga parte sconosciuto. Mi innamorai perdutamente, e non solo del tesoro nascosto tra le cosce di Alice.
Mi resi conto di come la giungla palpitasse di vita, selvatica e selvaggia quanto l'indole mi era stata iniettata in corpo dalla mia nascita. Subii la fascinazione della vegetazione indomabile nelle Foreste Nebulose, laddove erano le piante a dominare l'intero universo e non c'erano più l'uomo ed il metallo a farlo. Amai anche il buio del sottobosco, nei tratti in cui i rami erano così intricati da non permettere nemmeno ai raggi del sole di raggiungere il terreno, morbido per i sedimenti di anni di foglie cadute lasciate a marcire, in cui i piedi affondavano senza mai sapere fino a quale profondità saresti arrivato. Mi sentii vivo come mai prima di allora, e la mia curiosità crebbe a dismisura, spingendomi ad esplorare quanto più possibile ed apprendere ogni segreto a me concesso di svelare -compresi quelli celati nel corpo caldo e accogliente di Alice, ed il sapore umido della sua pelle di cioccolata.

Imparai a distinguere ogni tipo di pianta dall'altra, ne studiai la composizione chimica e le proprietà tossicologiche ed organolettiche; studiai così tanto che con l'aiuto di Kid finii per essere accettato anche all'università dell'Alleanza ma non mi bastava. Avevo sete di sapere, di provare i miei limiti e verificare quanto oltre avrei potuto spingermi. Volevo mettere alla prova le mie  capacità di dominare i veleni e le droghe che per altri sembravano essere fonti di tragici effetti, e in me si manifestavano sempre, senza eccezioni, in modo assai più lento ed estremamente contenuto.
La creazione e la sperimentazione volontaria su me stesso furono solo il passo successivo, naturale quanto altamente proficuo a livello economico.


Chapter 3 The  Snake Medicine

Kid hayes si muoveva sempre con un aiutante, guida altrettanto capace ma ben più ferrato di lui nei combattimenti: Dembe. Parlava un dialetto per me impronobile, di cui capivo solo pochi versi e altrettanti gesti. Mi ero sempre chiesto da dove diavolo venisse e la risposta arrivò il giorno in cui ci fermammo in un villaggio  sperduto sulle rive del Dreadful River, costruito tra le radici ed i rami di enormi mangrovie. Era il villaggio natale di Dembe. Non sono mai riuscito a scoprire come si fosse incontrato con Hayes, ma lui sembrava bene accetto nella zona e così lo fummo io e Alice.
Scoprii poi che uno degli scopi della nostra visita era portare alcune medicine altrimenti irreperibili per loro.  L'unico "medico" locale era una sorta di sciamano che gli abitanti del villaggio chiamavano "Baba Snake" perché portatore della "sacra medicina del serpente".
Fortunatamente  -per me e la mia curiosità- quell'uomo era in grado di parlare un inglese comprensibile. Aveva passato gran parte della sua vita a studiare i rettili e gli anfibi velenosi della giungla (soprattutto quelli più frequenti intorno al villaggio, ma compresi che fosse riuscito anche ad allontanarsi parecchio da lì).  Mi mostrò le mani: erano piene di dicatrici. Da ognuna di quelle creature Baba Snake si era fatto pungere, mordere, intossicare, sottoponendo il suo fisico ad ogni sorta di veleno potenzialmente mortale ed uscendone vivo, nonché riuscendo poi a sintetizzare antidoti rudimentali ma specifici con l'utilizzo del proprio stesso sangue. Lui sosteneva di essere semplicemente uno strumento nelle mani del Grande Mistero. Ossa vuote. Si affidarsi al Grande Mistero (la sua concezione di Dio) ogni volta. I suoi fedeli credevano fosse pieno della grazia che solo il Mistero Divino poteva concedergli.
Hayes gli raccontò la mia storia prima ancora che potessi farlo io. Baba Snake, si convinse che io fossi stato baciato dal suo stesso spirito protettore e mi invitò (con un certo slancio)  a percorrere la sua via. Io ero abbastanza irruente, curioso e ostinatamente deciso a superare ogni limite a me concesso: accettai con ovvio entusiasmo.  (Non altrettanto felice fu Alice. Me lo dimostrò poco tempo dopo, dandosi da fare con uno specializzando del suo corso di botanica.)

Questo è comunque solo uno dei motivi per cui il mio corpo - in particolare le mani  e gli avambracci - è  oggi disseminato di molte cicatrici appaiate; piccoli fori procurati dal morso di serpenti d'ogni specie.
Le voci su di me sono circolate in fretta, arrivando anche alle orecchie giuste e a quelle meno simpatiche dei cartelli che dominano il mercato di Goldera. Prima e dopo la laurea  ho lavorato per diversi laboratori -pubblici e privati- sia in campo medico-farmacologico sia per questioni molto meno legali; riuscendo sempre ad evitare qualunque patto di dipendenza cronica dai cartelli locali. Molte sono le sostanze, i sieri, i vaccini che ho contribuito a creare; tutti si accomunano per una cosa in particolare: li ho sperimentati, sempre, su me stesso.
 


 
 

Faces:

Sunshine (/Jules) - Zed (/Zeno) - Candy (/Tilda) - Ginger (/Daphne) - Gypsy Lady (/Lana) - Sweet Lips (/Megan) - Grumpy (/Drake) - Thunder (/Ryan) - Christopher - Sin (/Sid) - Grace - Shy (/Gabrielle) - Andrea - Jordan - Esme - Judith - Ming - Sharon - Meng - Hawk - Jax - Julia -